05-12-2016
Ci sono inviti che se non ricevi è meglio e altri il cui unico difetto è quello di non durare mesi. Questo appartiene alla seconda categoria: l’Argentina, prima Bariloche e la Patagonia, quindi la capitale Buenos Aires. A invitarmi, e questo è un dato particolarmente importante pensando a casa nostra, il Ministerio de Turismo de la Nacion, nel bicentenario della dichiarazione di indipendenza. Traduco, sintetizzo e trascrivo: «Abbiamo il piacere di invitarla a un viaggio stampa nella capitale e a San Carlos de Bariloche, con l’obiettivo di farle conoscere svariate esperienze legate alla gastronomia argentina. Questa iniziativa si inquadra nel piano di attuazione CocinAR legato al turismo gastronomico, promosso dal ministero del turismo per valorizzare il patrimonio culturale gastronomico identitario dell’Argentina e per raggiungere un posto importante nel panorama internazionale». Firmato Josè Gustavo Santos, ministro del turismo.
Cocina + Argentina = ConinAR. Semplice, chiaro, efficace. Noi possiamo solo imparare. Mi dirà Mariangeles Samamé, uno dei funzionari che segue il progetto e in questi giorni si fa in quattro perché tutto sia al meglio: «Il piano ha preso forma a gennaio di quest’anno. Da una parte il fatto che quando nel mondo si pensa alla nostra tavola si pensa alla carne e al vino, ed è limitativo, e
Foto ricordo a Bariloche in Paragonia al termine di una straordinaria cena al Cassis, il ristorante di Marianna Muller, la signora sulla destra. Al centro il ministro argentino del turismo José Gustavo Santos e a sinistra Maurizio Giovanini, chef argentino che vive e lavoro a Marbella in Spagna. Suo il ristorante Messina, così chiamato in omaggio alle radici siciliane di sua moglie
L’esempio vincente gli argentini lo hanno sotto gli occhi: il Perù. Ha detto il ministro: «Stiamo avviando una stretta collaborazione con il governo peruviano. Siamo due paesi complementari, bagnati da due oceani diversi, loro con un cucina che guarda più al mare e noi più alla carne, con biodiversità incredibili e differenti. E per entrambi c’è il modello della madre patria Spagna. La rivoluzione dei vari Adrià, Andoni, Arzak è stata fondamentale per i nostri cuochi. Prima andavano in Francia ma poi dovevano cucinare francese. Ai francesi non premeva dare forza a realtà che non fosse la loro. Adrià invece ha sempre detto che, imparate le tecniche, poi ognuno doveva fare la cucina che sentiva sua, possibilmente a casa sua».
Ha ricordato proprio Capel: «Nel 2004 invitai Gaston Acurio, sguardo orgoglioso da indio, a tenere una lezione sul ceviche. Non se lo filò nessuno, passò inosservato ma dietro c’era il governo peruviano che aveva i suoi piani di sviluppo». E ora ecco quello argentino che si prefigge di fare altrettanto. Ha detto di se stesso Gustavo Santos: «Sono il ministro della felicità, cosa c’è di più bello dell’occuparsi in chiave economica di ristoranti e produttori?».
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Pagina a tutta acquolina, uscita ogni domenica sul Giornale dal novembre 1999 all’autunno 2010. Storie e personaggi che continuano a vivere in questo sito
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nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi