04-02-2018
"Tento un'impresa titanica: sfatare per un attimo il mito degli chef pieni di sé, degli chef il cui ego oscura gli altri intorno a loro": nel suo articolo per Identità Golose, Cristina Bowerman dimostra un'altra volta la sua capacità di proporre sempre punti di vista originali e stimolanti
Il tema del Congresso di Identità Golose di quest'anno è stimolante. ma ampio e difficile e, come si può immaginare, il rischio di cadere nella banalità è altissimo, come succede quasi sempre con i temi che affrontano il versante emotivo della nostra vita. Lo rileggo ad alta voce per chiarirmi le idee "Il Fattore Umano"... Poi leggo la premessa di Paolo Marchi, che fa da corollario al titolo di questo congresso, e mi rimangono impresse un paio di frasi tra cui: "Nessuno negherà mai la forza trainante del leader, ma non bisogna più mettere al centro di ogni azione sempre e solo l'ego dello chef". E anche: "I cuochi e i ristoratori intelligenti e sicuri delle loro capacità eviteranno di mettersi in cima a una torre d'oro per ingigantire loro stessi e rimpicciolire chi hanno accanto". Tento un'impresa titanica: sfatare per un attimo il mito degli chef pieni di sé, degli chef il cui ego oscura gli altri intorno a loro. Se penso ai miei chef di riferimento e al loro successo, non ce n'è uno il cui fattore umano non abbia inciso positivamente nella maturazione e crescita della propria brigata, così come nelle relazioni e nell'immagine con il pubblico.
Tutto sull’edizione 2018 di Identità Golose, a Milano da sabato 3 a lunedì 5 marzo. Il tema della quattordicesima edizione sarà “Il fattore umano”
a cura di
Cuoca laureata in Legge e in Arti Culinarie, parla tre lingue e continua a studiare e fare stage. Oltre 15 anni all’estero, nel 2006 apre Glass Hostaria. È primo presidente dell'associazione Ambasciatori del Gusto