25-07-2016
Al ristorante dell’hotel Signum di Malfa, sull'Isola di Salina (Messina) potrebbe capitarvi di prelevare un piatto di pasta da un pentolone di Busiate al pomodoro come quello in foto. Mica facile cucinare grandi "cofane" di pasta. Ma la chef Martina Caruso ci dà qualche dritta importante
Noi comuni mortali abbiamo davanti settimane ad alta probabilità di cofane di pasta: pentoloni capientissimi pronti a riempirsi a orari inverosimili di penne o spaghetti. Col rischio di scolare mattoni collosi e/o conditi da quantità di sugo che non sono mai abbastanza. Per scongiurare il rischio flop ci siamo rivolti a Martina Caruso, cuoca giovanissima (ma già con una stella Michelin che brilla sul petto) dell’hotel Signum di Salina (Messina). Qualche settimana fa ci ha servito in tavola una “spaghettata” di mezzanotte esemplare: 5 chili di Busiate – sorta di fusilli siciliani che si ottengono per attorcigliamento al ramo di buso, il fusto dell'ampelodesmo – con pomodorini, aglio, olio, peperoncino, capperi e prezzemolo. Ecco i consigli preziosi della cuoca. Per le grandi quantità, preferire sempre la pasta corta agli spaghetti: sono molto più semplici da gestire. In caso di spaghetti, finite di cuocerli in padella (risottati). Se non disponete di bollitori, il rapporto tra acqua di cottura e pasta dev’essere di 5/7 litri per chilo di grano duro.
Martina Caruso, 26 anni, una stella Michelin
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A cura della redazione di Identità Golose