23-09-2016
Alfredo Buonanno, maître al Krèsios di Giuseppe Iannotti a Telese Terme (Benevento), interviene su Identità Golose nel dibattito sulla sala. E racconta dell'importanza di aver avuto grandi maestri, come Donato Marzolla (clicca qui per leggere il suo intervento sullo stesso tema) e Roberto Adduono (clicca qui per leggere il suo intervento sullo stesso tema). Prima di due puntate, l'altra domattina
Sin da piccolo sfogliavo con grande interesse le riviste di settore, tipo BarGiornale, che papà portava a casa al rientro da lavoro. Il mio interesse per il mondo della sala nasce infatti nel suo piccolo ingrosso di liquori e distillati: quando andavo a trovarlo osservavo curioso tutte le bottiglie sullo scaffale e chiedevo, bottiglia per bottiglia, cosa fosse, perché quel nome e così via. Papà, abile commerciante, il più delle volte mi dirottava sulla parte commerciale del prodotto e non su quella merceologica.
Decisi così di frequentare l’alberghiero per diventare bartender, proprio come quelli di cui leggevo su BarGiornale. L’istituto alberghiero per me è stato fondamentale, anzi mi ritengo fortunatissimo: il mio prof di sala, importante punto di riferimento ancora oggi, è stata la persona che ha trasformato l’interesse per il mondo del bar a vero e proprio amore per il mondo delle bevande e della sala in generale.
Nella pausa estiva tra quarto e quinto anno scolastico, grazie a persone conosciute proprio durante queste competizioni, approdai come stagista alla corte di Donato Marzolla a Ravello: Palazzo Avino (ex Palazzo Sasso).
Qui ebbi la possibilità di vedere all’opera una brigata di sala incredibile fatta da grandi persone prima che da ottimi professionisti: il maître appunto, Donato Marzolla, due grandi sommelier, Roberto Adduono e Luigi Nitto, e un barman strepitoso, Stefano Amato. Ancora oggi per me sono tutti punti di riferimento: anzi, approfitto per ringraziarli pubblicamente per tutte le volte che li perseguito al telefono per consigli e appunti importanti. Ammiravo ognuno di loro fra i tavoli o dietro al bar: movimenti eleganti, precisi e veloci. Ormai ero sicuro, volevo diventare come loro.
Giuseppe Iannotti in riunione con il suo staff di cucina e di sala
Una volta diplomatomi, nel settembre del 2014 ho avuto la possibilità di entrare a far parte del Krèsios, unico ristorante stellato nel “mio” Sannio. Inizialmente vedevo il Krèsios come una tappa importante per poter aspirare ad altre realtà, magari all’estero. Non ci è voluto molto per cambiare idea: ho capito quanto fosse ambizioso il progetto di Giuseppe Iannotti, reso ancora più appetibile dal fatto di “giocare in casa”: raggiungere degli obiettivi, facendo qualcosa di buono anche per la propria terra è a dir poco soddisfacente. Anzi, ammiro molto il coraggio di Giuseppe che è riuscito a fare impresa in un piccolo paese del Sannio, regione storica ma tagliata fuori dalle grandi strade del turismo.
Buonanno sotto i riflettori
Se si parla di “emergenza sala” a Milano, a Roma e così via, figuriamoci qui da noi. Il nostro è un mondo complesso, ma bisogna sfatare molti luoghi comuni. Il cameriere, soprattutto al Sud, è visto come un lavoro facile, di basso profilo e senza alcun tipo di responsabilità. Un mezzo temporaneo per racimolare qualche soldo. Un altro luogo comune da sfatare è quello di considerare la scuola alberghiera come parcheggio per ragazzi svogliati: molto diffusa l'idea - tra studenti e professori di scuola media - che qui non si debba studiare... Ci tengo invece a sottolineare l’importanza del percorso scolastico poiché tutto parte da qui; con lo studio e con la fortuna di incontrare le giuste persone, modelli a cui ispirarsi, i giovani avranno la possibilità di scegliere di diventare cameriere. (1, continua) LEGGI ANCHE GLI ALTRI INTERVENTI SULLA SALA: I pilastri della sala di Niko, di Cristiana Romito e Gianni Sinesi La sala da Reale a Spazio, di Cristiana Romito e Gianni Sinesi La sala non convenzionale di Eva, di Eva Gallo Il compito di insegnare ai giovani, di Domenico Di Gennaro Dobbiamo essere attori invisibili, di Vanessa Melis Sintonizzare sala e cucina, di Salvatore Vicari e Carmelo Iozzia Rossi Palestra di sala, ricordando Frank, di Giuseppe Palmieri Maître di montagna, di Jgor Tessari Più che un restaurant manager, di Alberto Tasinato Buona sala? Buon ristorante, di Renata Fugazzi La sala? Come una partita di calcio, di Roberto Adduono Vita, lavoro, passione, valori, di Mariella Caputo Con gli occhi di un bambino, di Matteo Bernardi I signori del far star bene, di Denis Bretta Dieci quesiti per una sala perfetta, di Enrico Camelio Il ristorante invisibile, di Lisa Foletti Le mie regole per la brigata di sala, di Donato Marzolla Governare una sala come questa, di Ruggero Penza L'importanza del vero cameriere, di Ramona Anello La rivoluzione parte dalla sala, di Ermes Cantera L'unione fa la brigata, di Simone Dimitri Ricominciamo dai camerieri, di Matteo Zappile Parola d'ordine: team, di Nicola Dell’Agnolo e Alberto Piras La mia vita, la mia sala, di Mariella Organi 50 sfumature di un maître, di Nicola Ultimo
Il lato pubblico del ristorante visto dai suoi protagonisti: maître e camerieri
a cura di
Campano, classe 1995, è giovanissimo responsabile della sala al Krèsios di Giuseppe Iannotti a Telese Terme (Benevento). Nel passato esperienze importanti con Donato Marzolla