29-04-2016
I fratelli Lunelli di Cantine Ferrari hanno lanciato ieri a Milano l'Art of hospitality award, riconoscimento che, nella finale World's 50Best Restaurants del 13 giugno a New York, premierà l'insegna che si distingue sul fronte dell'ospitalità, della sala e dell'accoglienza. In foto, tra i protagonisti del dibattito di Palazzo Serbelloni riconosciamo, da sinistra, Alberto Santini, Andreas Caminada, Matteo Lunelli, Gualtiero Marchesi, Raffaele Alajmo, Hélène Pietrini, Severino Salvemini, Camilla Lunelli, Daniel Willis, Mauro Governato e Massimo Bottura. L'incontro è stato moderato da Eleonora Cozzella
Mentre alla Farnesina si snocciolavano i dettagli della Settimana dalla cucina italiana di qualità, un incontro in parallelo trascinava ieri pomeriggio a Milano un’altra bella fetta di stati generali dell’enogastronomia, nazionale e non solo. Ferrari Trento e World’s 50Best hanno scelto gli stucchi e gli ori di Palazzo Serbelloni per lanciare The art of hospitality, riconoscimento che andrà al ristorante che meglio si distingue sul fronte dell'ospitalità. Verrà annunciato la sera della finale degli Oscar della cucina, il 13 giugno a New York, per la prima volta Oltreoceano dopo 14 edizioni londinesi. «Con questo award», apre le danze dell’incontro la giornalista Eleonora Cozzella, «si vuole dar valore al fatto che un ristorante è la somma di esperienze che vanno oltre la cucina in sè». «Prima di iniziare», subentra Matteo Lunelli, «lasciatemi specificare che Marco Reitano, sommelier della Pergola di Roma e presidente di Noi di Sala non è potuto venire perché colpito da un grave lutto familiare». È partito un lungo applauso. Alla fine, il ceo della casa trentina ha citato Aristotele: «L’eccellenza non è un atto unico ma un’abitudine. Il 13 giugno brinderemo all’insegna che si sarà distinta per ospitalità e atmosfere memorabili».
Raffaele Alajmo (Le Calandre di Rubano, Padova), Massimo Bottura (Osteria Francescana, Modena) e Mauro Governato (Four Seasons Hotel, Milano)
Con Andreas Caminada, brillante alfiere della nuova cucina svizzera allo Schloss Schauenstein di Fürstenau, 3 stelle Michelin, arriva la voce degli addetti ai lavori: «Io, cuoco, sono il primo a dire che il cibo è una base necessaria ma non sufficiente da cui partire. Nel nostro boutique hotel sappiamo bene che occorre molto di più: dobbiamo vendere esperienze». Un concetto ribadito dal britannico Daniel Willis, maître del Clove Club di Londra, chiamato per aver confezionato uno dei primi supper club, anno 2008: «Grande ospitalità significa grande organizzazione di base. Noi invitiamo sempre lo staff a non essere troppo formale. L’esperienza funziona se tutto lo staff si muove con personalità, adattabilità, passione, amicizia e soprattutto se lavora in equipe».
Matteo Lunelli (Cantine Ferrari), Gualtiero Marchesi (Il Marchesino, Milano) ed Hélène Pietrini (World's 50Best)
Il gonfalone dell'evento. In platea c'erano tante personalità importanti della ristorazione italiana: tra gli altri Chicco Cerea di Da Vittorio, Antonio e Alberto Santini del Pescatore, Stefania Moroni, Nicola Dell'Agnolo, Alberto Piras di Aimo e Nadia, Antonio Guida e Alberto Tasinato di Seta, Andrea Berton del ristorante Berton, Andrea Aprea e Nicola Ultimo di Vun, Sandra Ciciriello e Viviana Varese di Alice, Alfio Ghezzi della Locanda Margon, Pasquale Torrente del Convento...
Il lato pubblico del ristorante visto dai suoi protagonisti: maître e camerieri
a cura di
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt