01-03-2013
Così si presenta a cena (pure a pranzo, ma nelle sale c’è la luce del giorno che entra da finestre e vetrate) un tavolo per due persone da Aromando Bistrot, il locale aperto da Cristina Aromando e Savio Bina lo scorso mese di settembre in via Pietro Moscati angolo via Canonica a Milano, telefono +39.02.36744172. Atmosfere calde e rilassanti, pane di qualità, ottimo burro e un servizio attento ma informale, ogni gesto è accompagnato da un sorriso
Se uno un giorno mi dicesse che non gli piace l’Aromando Bistrot, zona Sempione/Paolo Sarpi a Milano, io non riuscirei proprio a capire perché. Certo, se si esce per una pizza la pizza non c’è e nemmeno è un ristorante di pesce o un’insegna di cucina per teste ottuse come quella della signora che domenica scorsa, 17 febbraio, si è alzata e se ne è andata, assieme con i due figli che non erano certo in età da prima elementare, perché il brunch non prevedeva penne al pomodoro e prosciutto crudo di batteria. L’anonimato in tavola, quando il menù, fisso nel pranzo del giorno di festa, prevede in inverno un superbo misto di salumi, la giardiniera di casa, commoventi tortellini in brodo e il bollito con ammennicoli vari fino al dessert. “Siete retrò”, ha commentato milady quasi offesa.
Gnocchi di patate, vongole, salicornia e pomodorino
Savio, mantovano di Rivarolo, è stato sommelier per un lustro da Cracco ancora Cracco-Peck e nel 2006 da Perbellini per poi tornare a Milano dove le questioni di cuore e di lavoro si sono sempre più intrecciate. Lui e Cristina, dopo aver preso le misure in un locale ormai quattro anni fa, hanno poi trovato la risposta negli spazi occupati dal 1905 al 2007 dalla Pasticceria Molina, tra le prime a Milano a proporre piatti caldi a pranzo. Erano gli anni Settanta. Grande per un secolo, da dimenticare nel finale. La famiglia non ha più voglia di impegnarsi in prima persona, le gestioni a seguire riescono a inanellare disastri su disastri fino alla chiusura.
Una Fiorentina della Macelleria Zani di Canneto sull'Oglio in provincia di Mantova, telefono+39.0376.709020 Cristina e Savio sarebbero entrati in scena un anno fa, febbraio 2012. Per anni hanno accumulato modernariato in un garage in campagna in attesa di un locale tutto loro. Tempo sei mesi e Aromando Bistrot avrebbe aperto il 13 settembre. Una prima sala, per due terzi tavoli e un terzo divani. Una scala a scendere porta ai servizi, una a salire alla seconda sala e alla cucina.
Una Fiorentina della Macelleria Zani di Canneto sull'Oglio in provincia di Mantova, telefono+39.0376.709020
Sembra di tornare indietro nel tempo, un armadio è la copia di quello che avevo in casa da ragazzo, certe sedie sono come quelle di una bottega di uno zio, una abat-jour l’ho vista in tanti angoli. Non vi è nulla che non arrivi da una caldo passato prossimo. E anche se i piatti nascono dalla mente di Cristina, giocano un ruolo importante le radici di chi concretamente è ai fornelli. Anjula Manatunga arriva dallo Sri Lanka, Mariliasia Torrez Cespedes dalla Bolivia e Mirko Noblea dalla Calabria. Nascono così proposte che sono la summa di mille echi. Un piatto su tutti? Coda di Chianina 40 mesi cotta in umido con pinoli e cacao. Un altro? Gnocchi di patate, vongole, salicornia e pomodorino. Una dolce chiusura? Crostatina integrale, limone e pistacchi.
Un particolare della prima sala, il quadro sulla sinistra raffigura la quotidianità ai tempi della Pasticceria Molina, della quale l'Aromando Bistrot ha preso il posto Aromando Bistrot Via Pietro Moscati, 13 – angolo via Canonica Milano Telefono: +39.02.36744172 E-mail: aromando@tiscali.it. Chiusura: tutto lunedì e martedì a pranzo. Prezzi medi: antipasti 12; primi 13,50; secondi 20; dessert 8 euro. La domenica a pranzo brunch 38 euro. Coperto: 2 euro. Coefficiente di difficoltà: attenzione massima nella ricerca degli ingredienti, interpretazioni geniali, esecuzioni brillanti.
Un particolare della prima sala, il quadro sulla sinistra raffigura la quotidianità ai tempi della Pasticceria Molina, della quale l'Aromando Bistrot ha preso il posto
I ristoranti di tutto il mondo raccontati nel Giornale da Paolo Marchi dal febbraio 1994 all’inverno 2011. E dalla primavera per i lettori del sito identitagolose.it
a cura di
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi