14-11-2013
La Kurhaus, sede del Merano Wine Festival, ripresa per una volta da fuori. La 22ma edizione della kermesse altoatesina concepita da Helmuth Kocher, 9-11 novembre, ha riscosso il consueto successo di critica e pubblico
Se esiste un fuori festival significa che il festival funziona. Il Merano Wine Festival è uno di questi casi. Per l’edizione 2013, manco a dirlo, siamo partiti da un appuntamento esterno alle splendide sale del Kurhaus. Ad aspettarci nelle cantine del Sieb-Stock, 7 grandi champagne del Club Excellence, Club dei Distributori e Importatori Nazionali: Pol Roger Sir Winston Churchill 1999, Françoise Bedel Cuvée Robert Winer 1996 solo per citare l’ambo che più ha colpito i nostri palati. La puntatina serale al Full Moon Party, all’interno del Kurhaus, è valsa solo per il sorprendente Prosciutto cotto in crosta servito con crema di rafano di Tomaz Kavcic, cuoco sloveno di Zemono. La giornata di lunedì è partita ancora lontana dal fermento degli assaggi, ma, anche se seduti come bravi scolaretti, la nostra disposizione era quella dei winescout. La degustazione a cui abbiamo partecipato di classico aveva poco. A partire dalla brutta notizia con cui Ian D’Agata ha esordito: il furto di alcuni cartoni di vino, guardacaso i francesi più attesi.
Mirka Guberti e Angelo Sabbadin
Il Cabernet Franc di Duemani, cantina di Riparbella (Pisa)
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
Milanese incastrato dalla Romagna. Copywriter. Vorrebbe invecchiare in una botte di rovere. Twitter @martinolapini