19-01-2018

Chianti Rufina, che esempio da I Veroni

Lorenzo Mariani guida l'azienda di Pontassieve: l'orgoglio di produrre Sangiovese a nord di Firenze

La rivincita del Chianti Rufina. Questa, in sintesi, potrebbe essere l’idea che spinge Lorenzo Mariani nella produzione dell’azienda I Veroni di Pontassieve: non c’è solo Chianti Classico, ma a nord di Firenze il Sangiovese può dare ottimi risultati. «Un tempo dicevano che i Chianti Rufina erano troppo acidi e dura – spiega Mariani, che è il direttore dell’azienda ma anche ex presidente del Consorzio Chianti Rufina – Ora ci dicono: “Meno male che sono così”».

Lorenzo Mariani all'interno della vinsantaia

Lorenzo Mariani all'interno della vinsantaia

Freschezza e bevibilità prima di tutto. Prima di andare a una ricerca spasmodica di vini importanti, con complessità e ricchezze forzate. La filosofia dell’azienda I Veroni è un’altra: la naturalezza del vino.

«L’azienda si chiama I Veroni – spiega Lorenzo Mariani – non perché sia il nome di una famiglia, come avviene nella maggior parte delle realtà vitivinicole della zona, ma perché richiama i terrazzamenti: il verone, infatti, è un balcone aperto».

La cantina di affinamento

La cantina di affinamento

Dal punto di vista produttivo, invece, l’azienda conta di 21 ettari vitati, dei quali 7, nuovi, al momento non sono ancora in produzione. E c’è anche una particolarità: «Quando abbiamo rifatto l’impianto – spiega Mariani – abbiamo deciso di fare una leggera “virata”, in modo tale da avere più ombra». Che significa, in soldoni, maggiore freschezza.

La fattoria è una delle più antiche vicino a Firenze. «La nostra è una produzione biologica, certificata dal 2013 ma attuata da dieci anni, utilizzando concimazioni organiche. In cantina, invece, abbiamo scelto la strada dei lieviti autoctoni». Ma anche quella del legno. «Le nostre fermentazioni sono in cemento e in legno, e poi passiamo tutto nelle botti di rovere. Facciamo anche la malolattica in legno. E’ un costo importante, ma crediamo che per i nostri vini sia la scelta giusta».

E poi c’è la vinsanteria, dove il vino fa un affinamento di 8 anni in legno con colmature di prodotto della stessa annata: una scelta fatta per evitare eccessive ossidazioni. Si arriva, in questo caso a una produzione di 1.000 bottiglie da 375.

Ma i vini principali dell’azienda sono due: I Domi e Quona. Nomi, questi, che indicano due zone diverse che offrono caratteristiche differenti. I Domi (90% Sangiovese, il rimanente è Canaiolo e Colorino) è un Chianti Rufina estremamente piacevole: immediato e fresco, con note fruttate e floreali, mai invadente e molto elegante.

Non solo barriques, anche botti grandi

Non solo barriques, anche botti grandi

Il Quona (Sangiovese in purezza) invece è una Riserva, prodotta nella zona di San Martino a Quona, che merita attenzione: estrema finezza sia al naso che in bocca, grande equilibrio, note di mora e un piacevole inizio di balsamicità, accompagnato da un tocco speziato, al palato ha un attacco estremamente secco, ma poi diventa più ampio e avvolgente, con un finale estremamente pulito.

La conclusione è di Lorenzo Mariani: «Speriamo di fare capire sempre di più che la Fattoria I Veroni fa un grande Chianti Rufina. E noi non ci dobbiamo vergognare del Chianti Rufina, ma dobbiamo esserne orgogliosi». Non è il cugino povero del Chianti Classico.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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