04-11-2017
Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del Bere
I prossimi 5 e 6 novembre, a Milano presso il Centro Congressi Museo dei Navigli (via S. Marco 40), si svolgeranno i Wine Days - due giorni di seminari, degustazioni guidate e un grande walk-around tasting con 223 etichette d’Italia e Alsazia - organizzati da Civiltà del bere, storica rivista del vino italiano fondata nel 1974 e attualmente diretta da Alessandro Torcoli, le cui note biografiche tratte del sito web della rivista stessa recitano: “Cresciuto professionalmente a Civiltà del bere con Pino Khail, ha ottenuto numerosi riconoscimenti: è sommelier, accademico della vite e del vino e ora di nuovo studente, al secondo anno dell’Institute of Masters of Wine”.
Civiltà del bere è da sempre promotrice di importanti eventi enologici, su tutti VinoVip a Cortina, un vero e proprio summit dove si incontra il Gotha dell’enologia italiana, arrivato a festeggiare undici edizioni in vent’anni. Il prossimo imminente appuntamento sarà Wine Days. Storie di vite e di vini. Di cosa si tratta e a chi si rivolge? «Lo viviamo come il “simposio” di Civiltà del bere, della nostra rivista. Un appuntamento per far incontrare il nostro staff, i nostri collaboratori, le prestigiose aziende di cui abbiamo scritto, i lettori e i wine lovers che seguono i nostri social media, che ormai sono tanti».
Il tema della sostenibilità e delle certificazioni sta assumendo sempre più importanza anche nel mondo del vino. Qual è la situazione in Italia e quale il suo personale auspicio? «La situazione è di un grande caos, con diverse proposte e certificazioni, ciascuna con i suoi distinguo. Da consumatore io vorrei un solo simbolo che definisca un produttore “virtuoso”, particolarmente attento all’ambiente. Per il bio e il biodinamico esistono già delle valide certificazioni. Ma l’esito migliore sarebbe non averne bisogno di alcuna in particolare: il vino made in Italy dovrebbe essere percepito già sostenibile e salubre, a prescindere. Torniamo alla domanda precedente: il 95% dei vini, non certificati in senso salutistico o ambientale, ma comunque Doc e Docg sarebbero pericolosi o irrispettosi? Non è ammissibile».
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
Millesimo 1974, una laurea in Ingegneria civile e un’innata passione per cocktails, distillati e vini, che non si stanca mai di scoprire, conoscere e degustare. Instagram luca.torretta