29-09-2017
Alfio Ghezzi (Locanda Margon di Trento), Camilla e Matteo Lunelli (Cantine Ferrari) e Norbert Niederkofler (St. Hubertus) brindano al nuovo Perlè Zero a Milano
Mercoledì sera scorso, la Permanente di via Turati a Milano era gremita di chef, giornalisti, enologi, gente dello spettacolo e addetti ai lavori per il battesimo di Perlè Zero, l’ultima importante etichetta di casa Lunelli, la famiglia trentina che dal 1902 regge le sorti di Cantine Ferrari. Prima dell’assaggio, giova riportare per intero la sintesi efficace che ha fatto dell’etichetta il presidente Matteo Lunelli: «Come gli altri vini della collezione, Perlè Zero richiama la perla perché in fondo le bollicine sono perle incastonate nel vino. Questo nuovo TrentoDoc non ha dosaggio: niente zuccheri o liqueur d’expedition. Ma non è un semplice dosaggio zero, sarebbe stato troppo banale». Infatti, «È frutto di una cuvée, un mosaico di vini base. I nostri enologi hanno ricercato a lungo e alla fine hanno deciso di utilizzare le uve di 3 annate diverse: 2006, 2008 e 2009. Di fatto, è un multi-millesimato. È stato affinato in 3 materiali diversi: acciaio, legno e in vetro. L’acciaio esprime tutta l’eleganza aromatica dello chardonnay, le botti in legno regalano invece struttura e ricchezza gustativa. Una parte di questi vini base sono stati poi imbottigliati in magnum di vetro per conferire una maggiore espressività. Vini diversi, imbottigliati e tenuti sui lieviti per ben 7 anni. Un tempo lungo al termine del quale è nato un vino con una personalità tutta sua».
Da sinistra a destra, Mauro Lunelli, Beniamino Garofalo, Matteo Lunelli, Marcello Lunelli, Alessandro Lunelli e Camilla Lunelli
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
A cura della redazione di Identità Golose