21-07-2017
Il direttore di Ognissole Matteo Santoiemma e il presidente di Feudi Antonio Capaldo
Il modo di dire “dormire sugli allori” non è certo di casa alla Feudi di San Gregorio. L’azienda di Sorbo Serpico in provincia di Avellino, infatti, soprattutto da quando è sotto l’energica guida di Antonio Capaldo, sta continuando a svilupparsi, a creare e proporre progetti, ad aumentare la propria capacità produttiva con aumento, di conseguenza, anche della qualità dei vini.
La mano di Capaldo c’è e si vede: «Stiamo facendo continui investimenti – spiega – perché crediamo nel nostro territorio e in quello che facciamo. Questo anche grazie all’importantissimo lavoro che sta effettuando Pierpaolo Sirch per cercare di avere una qualità sempre maggiore. Faccio un esempio: in questo momento abbiamo 400 ettari vitati, suddivisi in 789 particelle. Bene, proprio sulla base delle richieste di Sirch, abbiamo 750 serbatoi, in modo tale che praticamente ogni particella possa proseguire il suo percorso, a partire dalla vendemmia. Così riusciamo a vendemmiare sempre al momento giusto, sapendo di avere un serbatoio sempre a disposizione». Ma questo significa anche un grande sforzo economico e investimenti a lungo termine.
La cantina Feudi di San Gregorio a Sorbo Serpico
In questo caso volevamo però soffermarci sul progetto Ognissole, che per certi versi si discosta dal percorso tradizionale di Feudi per entrare nel campo della biodinamica. «All’inizio – spiega Capaldo – volevamo realizzare una “Feudi del sud”. Un progetto ambizioso, al quale però mancava una concretizzazione. Per questo abbiamo guardato ad aziende che già esistevano, arrivando in Puglia alla Ognissole».
I vigneti di Ognissole in localita Fragnano
Si tratta di una realtà da 50 ettari complessivi che, come filo conduttore con Feudi, ha la caratteristica di cercare di realizzare vini puliti, netti, franchi e che, soprattutto, siano legati al territorio. Ne è un’espressione, in tal senso, il Jalel 2016, un Moscato Reale in purezza, aromatico e fresco, realizzato nella zona di Cefalicchio, da dove arriva anche il Pietraia, realizzato con il 60% di Bombino bianco e il 40% di Chardonnay. Scendendo a Sud, invece, ci piace segnalare l’Essenza Loci.
Gli storici alberelli
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose