01-07-2017
Otto annate della Cuvée del Fondatore di Graziano Merotto nell'azienda di Col San Martino (Treviso)
C’è un momento in cui Graziano Merotto scosta il bicchiere di Prosecco Superiore e afferra un foglio. Traccia linee e tratti, mormora quella che sembra una formula magica, capace di schiudere il segreto della Cuvée del Fondatore, una delle sue creature. Dmr: non perde la poesia, quando si scandisce “doppia maturazione ragionata”, ma si colora di sfida rispettosa.
All’azienda di Col San Martino – zona che si lega alla produzione del Conegliano Valdobbiadene Docg – ci accolgono con lo spettacolo silenzioso e antico che si rinnova: l’uomo che lavora in armonia con la natura. E nel caso di questo vino, ricavato dalle uve della Particella 86, esplora una simile pratica: 20 giorni prima della vendemmia - su quei lembi di terra scoscesi che esigono grandi sacrifici, ma sanno ricompensare - si recide il 20% dei tralci. Da una parte, le uve appassiscono leggermente e si concentrano, dall’altra conservano l’acidità, mentre gli altri grappoli subiscono la vendemmia abituale. Un intervento umano, che non stravolge le leggi antiche della terra e che si rafforza in cantina, con una rifermentazione lunga oltre 6 mesi. Così nasce appunto la Cuvée del Fondatore.
Un caso emblematico, questo Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg (Brut Millesimato), raccontato da Graziano e poi nel vigneto da Mark Merotto: perché questa è una storia di un uomo che ha dedicato la sua vita al vino, ma anche di un team affiatato, con Mark, Maria Luisa Dalla Costa, Dino Maule e tutto lo staff.
Le viti tra le gobbe
Tutto naturale, compreso l’approccio dell’uomo verso i doni della terra. E si ringrazia, magari chiamando un Prosecco Superiore Dry Millesimato La Primavera di Barbara, in omaggio alla figlia. O Castèl, l’ultimo nato in versione Extra Dry: sul colle con i ripidi pendii, la natura stabilisce la produzione e forgia le dimensioni del grappolo.
«I miei vini sono tutti diversi fra loro e hanno nomi propri per comunicare le differenti individualità – sostiene Graziano - Tre elementi li accomunano: la freschezza, la fragranza del frutto e l’alto punto di bevibilità. Questi sono i requisiti che cerchiamo di ottenere, per creare armonia ed equilibrio nel bicchiere». Per questo, si osa. Un esempio, la degustazione verticale proposta in azienda con Nicola Frasson (Gambero Rosso). Una delle poche realtà – specifica quest’ultimo – che lancia questa sfida tra i bicchieri, esplorando le ultime otto annate della Cuvée del Fondatore. Ciascuna narra il clima, il suo effetto sulla vendemmia, la dedizione dell’uomo che consente al Prosecco di viaggiare straordinariamente nel tempo.
Graziano Merotto
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky