19-04-2017
Il vignaiolo altoatesino Alois Lageder con il figlio Alois Clemens Lageder. Insieme ad altri 80 cantine hanno animato la ventesima edizione di Summa a Magrè (Bolzano)
Tempo e pazienza. Sono serviti per far crescere i vitigni bio-dinamici delle tenute Alois Lageder le cui uve danno vita ai "capolavori", i vini di altissimo pregio della casa vinicola altoatesina. Tempo e pazienza. Sono serviti, ancora di più, per rallentare i ritmi di vita e di lavoro per adattarli a quelli dei vitigni di famiglia. «Per imparare un nuovo stile di vita in armonia con la natura», racconta Alois Clemens Lageder, rappresentante della sesta generazione di vignaioli che affonda le radici (come una buona vite) nel 1823 quando l'apprendista artigiano Johann Lageder cominciò a commerciare in vini a Bolzano. È lui che, dalla conclusione dei suoi studi di sociologia a Zurigo, ha affiancato papà Alois nella gestione dell'azienda. «Amiamo prenderci il tempo che serve, è questa la filosofia che ci muove», confessa il giovane vignaiolo mentre, seduto nel cortile interno della Tòr Löwengang, chiacchiera amabilmente coi giornalisti in quello che definisce «uno dei due giorni più belli della nostra annata». Il giorno è quello di Summa 2017, manifestazione che ha appena spento le prime 20 candeline insieme ai rappresentati delle 80 cantine espositrici con una cena sostenibile e pluristellata. «Un orgoglio che, come le nostre viti sono il frutto del passaggio all'agricoltura biodinamica – sottolinea Alois Clemens - è il frutto della decisione coraggiosa di mio padre di non partecipare più al Vinitaly e di invitare nella tenuta, nello stesso periodo, altri amici vignaioli a raccontare, di persona, le loro produzioni».
Tòr Löwengang a Magrè (Bolzano)
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
Giornalista catanese a Milano, classe 1966. «Vado in giro, incontro gente e racconto storie su Volevofareilgiornalista» e per una quantità di altre testate. Inscalfibile