30-10-2016
Aubert de Villaine, gran patron di Romanée-Conti, e Guillaume d’Angerville, suo successore alla guida dei Climats du vignoble de Bourgogne, tra Tomaso Zanoletti, presidente dell’Enoteca Regionale Piemontese Cavour, e il mitico Angelo Gaja. Poche ore fa, al castello di Grinzane Cavour, Langhe-Roero e Monferrato hanno reso omaggio a due grandi di Borgogna, tra parallelismi, ovvia ammirazione e un po' di sano orgoglio per i passi da gigante che anche la vitivinicoltura italiana ha saputo compiere negli ultimi anni
I maestri e… gli allievi? Aubert de Villaine, gran patron di Romanée-Conti, e Guillaume d’Angerville, suo successore alla guida dei Climats du vignoble de Bourgogne, si meritano certo il primo appellativo. Gli allievi sarebbero i loro omologhi nostrani, di Langhe-Roero e Monferrato, «ma almeno su un punto siamo stati capaci di fare prima dei transalpini: l’Unesco ha iscritto il nostro paesaggio vitivinicolo nella lista dei patrimoni dell’umanità nel giugno 2014, loro ci sono arrivati solo nel luglio 2015», scherza Sergio Chiamparino, governatore piemontese chiamato con tanti uomini delle istituzioni e delle vigne al castello di Grinzane Cavour per onorare – al di là di qualche sorridente frecciatina – due monumenti enoici viventi, de Villaine e d’Angerville appunto, nell’ambito della terza edizione dell’Omaggio “Langhe-Roero e Monferrato: onde di bellezza e geometrie coltive nei paesaggi e nei paesi del vino”, evento partorito-organizzato con la consueta brillantezza da Luciano Bertello.
Aubert de Villaine, tra Zanoletti e Sergio Chiamparino, riceve il riconoscimento
C’è ammirazione e orgoglio, negli uomini del vino piemontesi. La prima è esemplificata indirettamente dalle parole di Enzo Vizzari, che vigneron non è, ma conosce bene entrambe le realtà: «Pensavo a una possibile traduzione della parola climat. No, non è “clima”. La verità è che non abbiamo un termine preciso, in italiano: climat è quell’insieme di territorio materiale, di atmosfera, ma anche di cultura e lavoro». Un concetto “coniato” in Borgogna e che indica più di ogni possibile discorso il paradigma che ha determinato la fortuna della grande produzione d’Oltralpe.
Una cartina dei Climats du vignoble de Bourgogne. Al centro, l'area di Romanée-Conti
E allora chiediamo direttamente noi d’Identità Golose a de Villaine e d’Angerville cosa pensino oggi della viticoltura in Piemonte e in Italia, o se abbiano qualche consiglio da darci. Risponde il primo: «Qui fate grande viticoltura di qualità. Stamane vedevo le vostre vigne: che colori fantastici! Questa zona è magnifica. Se posso permettermi di suggerirvi una strada per il futuro, è questa: non desistete mai dal preservare il vostro territorio; dal lavorarlo con dedizione, valorizzandone il “materiale vegetale”; dal donargli le condizioni migliori per poter produrre bene. E dal coltivare una sorta di “superiore maturità”, che consiste nel proteggere come patrimonio più prezioso quella trasmissione di valori e di legami che si deve consolidare di generazione in generazione. Il nucleo familiare è il microcosmo nel quale si eredita questo spirito di attaccamento e di lavoro». Vizzari: «E’ la grandezza della Borgogna: la capacità di guardare avanti», con radici forti, «il rispetto quasi maniacale per la terra, per la biodiversità, per i cicli naturali».
Il discorso di Aubert de Villaine. Sul palco, ad ascoltarlo, da sinistra a destra Gianfranco Comaschi (presidente dell'Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato), Paolo Pejrone, Tomaso Zanoletti, Giovanni Tesio e Luciano Bertello
L’edizione inaugurale dell’Omaggio, nel 2014, fu dedicata a tutti i viticoltori di Langhe-Roero e Monferrato, giusto tributo simbolico a chi per generazioni ha plasmato il territorio coltivando la vite e realizzando bellezza. La seconda premiò invece gli emigranti piemontesi in Argentina, la cui sapienza contadina si concretizzò, a cavallo tra Ottocento e Novecento, nella costruzione dei paesaggi viticoli dell’area di Mendoza. Ora il tributo ai francesi, ma anche uno speciale riconoscimento ai versanti viticoli più belli di Langhe-Roero e Monferrato: Ginestra (Langhe – Monforte d'Alba), Nervo (Langhe – Treiso), Bric Bossola (Roero – Montà d'Alba), La Tota e Tanarella (Monferrato – San Martino Alfieri), Vigna del Papa (Monferrato – Portacomaro), La Madonnina (Monferrato – Novi Ligure), Strada Boscogrosso Cerreta (Tortonese – Monleale e Barzano di Tortona).
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
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classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera