14-10-2016

Merano Wine Festival fa 25

Dal 4 all'8 novembre torna la manifestazione altoatesina. Il programma presentato a Milano

Helmuth Köcher, a destra, durante la presentazion

Helmuth Köcher, a destra, durante la presentazione a Eataly Smeraldo del programma della venticinquesima edizione del Merano Wine Festival

«Il vino ha bisogno di tempo. Non parliamo di mesi, ma anche solo di una decina di secondi, necessari per riuscire a capire cosa quel bicchiere, quel vino, ci può trasmettere anche a livello di emozioni». Un invito, quello di Helmuth Köcher, a uscire dalle dinamiche frenetiche dei tempi moderni, per entrare nella dimensione del vino, lanciato alla presentazione della venticinquesima edizione del Merano Wine Festival, che si terrà dal 4 all’8 novembre proprio a Merano, e organizzato proprio dal “wine hunter” altoatesino.

La manifestazione è stata presentata giovedì 13 ottobre a Milano. «Siamo un po’ alle nostre nozze d’argento – ha spiegato Köcher con un sorriso – Quando abbiamo iniziato, nel 1992, la situazione nel mondo del vino era molto differente dall’attuale. In quei tempi, qualche anno dopo lo scandalo del metanolo, c’era ancora il focus sulla quantità e non sulla qualità. Nella vita di tutti i giorni non c’erano gli smartphone, internet, le mail, quei pochi cellulari che c’erano avevano una batteria enorme, da portare a tracolla. Adesso, invece, comunicare è diventato talmente rapido che manca il rapporto umano. Allora il tempo aveva un altro valore».

Quindi, l’invito, almeno nei cinque giorni della manifestazione, è quello di non “correre troppo”, nonostante le numerose iniziative organizzate a Merano. «Dobbiamo lasciare il tempo al vino, quei pochi secondi che ci permettono di riflettere e di avere emozioni». Come spiega lo stesso Köcher, saranno comunque cinque giornate intense. «Per la prima volta ci sarà una giornata interamente dedicata alla biodinamica con 120 produttori e 300 vini da assaggiare. Per quanto riguarda la selezione delle aziende, avremo 350 cantine italiane scelte da noi. Non di più. Ci sono arrivati i campioni da mille aziende, ma ne abbiamo scelte 350. È una selezione delle migliori realtà qualitative, dove tutte le regioni italiane sono rappresentate».

Per quanto riguarda l’estero, ci saranno 120 presenze, con due aree vitivinicole ospiti con temi molto interessanti da affrontare. «Ci sarà la Georgia, con 6 aziende, che porterà i suoi 9.000 anni di storia vitivinicola, con la produzione in anfore che ora, anche qui, viene molto utilizzata. L’altra zona è quella del Libano, anche qui con 6 aziende, che è un’area molto interessante dal punto di vista della produzione vitivinicola».

Molto interessanti saranno le Masterclasses, «il cui ricavato sarà interamente devoluto a progetti per la realizzazione di pozzi e scuole in Africa, in Benin. L’anno scorso avevamo consegnato 14.500 euro». Tra queste, due in particolare: quella con i Grands Crux dell’Union des Grands Crux de Bordeaux (con 25 vini in degustazione) e quella dedicata ai 25 vini che hanno vinto il “Platinum”, cioè il Merano Award per i vini con punteggio superiore ai 95 punti.

Ci sarà anche una piccola sezione cinematografica, con 4 film tematici. Il Merano Wine Festival, inoltre, rafforza la propria collaborazione con Club Excellence, l’associazione che, come spiegato dal direttore Lorenzo Righi, «riunisce i 9 maggiori importatori italiani di champagne». Due gli appuntamenti: la giornata di lunedì 7 novembre, con un’area dedicata ai 9 soci, ai quali si aggiungeranno 4 importatori ospiti, e martedì 8, dove ci saranno 60 maisons, per un totale di 220 champagne in degustazione.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

Consulta tutti gli articoli dell'autore