26-06-2016
Lo scorso 13 giugno a Roma si è tenuta una cena molto speciale: da una parte le creazioni di Frédéric Panaïotis per Ruinart, dall'altra il menu proposto da Luigi Taglienti. Ma non basta: per una degustazione alla cieca in abbinamento ai piatti del cuoco italiano sono stati "invitati" anche altri grandi vini, italiani e francesi, tutti composti solo da uve Chardonnay
Ruinart è da sempre sinonomo di champagne elegante, raffinato, fresco proprio come lo Chardonnay che lo compone. Le cuvée Ruinart svelano l’abilità dello Chef de Cave, Frédéric Panaïotis che, dal 2007, crea i suoi assemblaggi con un’esaltazione delle complessità di questo vitigno ponendo l’accento su caratteristiche distintive e prestigiose che fanno di ogni bottiglia un vero capolavoro enoico. Il 13 giugno scorso, nella capitale, lo stesso Chef de Cave ha voluto mettere a confronto le sue creazioni con alcuni vini bianchi, italiani e non, altrettanto composti al 100% da Chardonnay, per confrontarsi con molti degustatori, alla cieca, e comprendere le peculiarità sia del vino medesimo, ma soprattutto anche giocare con l’abbinamento al menu creato appositamente per la serata dallo chef Luigi Taglienti che da pochi giorni è tornato, stabilmente, a Milano con il suo nuovo ristorante. Ci racconta Frédéric Panaïotis: «Ho trascorso buona parte della mia infanzia nel piccolo vigneto dei miei nonni in Champagne. Immediatamente mi sono appassionato alla raccolta delle uve Chardonnay e ho mosso i primi passi proprio cercando di conoscere il vino in queste piccole cantine di famiglia». In realtà, dopo gli studi, agli inizi degli anni '90 iniziò a lavorare prima per il Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne e poi per la Maison di Champagne Veuve Clicquot.
Da sinistra a destra: Riccardo Caliceti (brand manager Ruinart), Luigi Taglienti e lo Chef de Cave Frédéric Panaïotis
Ostrica al pepe nero, pasta asciutta e pecorino romano di Luigi Taglienti
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione