29-04-2018

Nishiki, bella storia e buona cucina

Dietro all'insegna milanese la crescita della famiglia Zhou, oggi sempre più ambiziosa con il suo locale ben rinnovato

Il bancone del Nishiki, ristorante giapponese gest

Il bancone del Nishiki, ristorante giapponese gestito dalla famiglia (cinese) degli Zhou, a Milano (foto Andrea Mariani-A13 Studio)

Come quella dei Liu (Iyo, Gong, Ba Asian Mood) e degli Zhang (Bon Wei, Dim Sum), anche quella degli Zhou - benché su livelli ancora di minor eccellenza - è una bella storia di emigrazione Cina-Italia. E di un meritato successo figlio del lavoro e del sudore. Per dire: quando chiediamo a Xiaobo Zhou, classe 1978, sposato con Alessandra Hu, se proprio come lui (è infatti figlio d'arte), anche i suoi due ragazzi lavoreranno nell'attività ristorativa di famiglia, risponde: «Spero di no, troppo faticoso. Io mi sto spezzando la schiena per consentire a loro di studiare e quindi intraprendere, se vorranno, altre strade». Chapeau.

Xiaobo Zhou e Alessandra Hu

Xiaobo Zhou e Alessandra Hu

Originari di un piccolo paesino contadino della provincia di Wenzhou nella regione dello Zhejiang, gli Zhou sono in Italia dal 1990. Tante esperienze per Xiaobo: dal ristorante di pesce Mediterranea al Tomoyoshi Endo di via Vittor Pisani, che fu il primo ristorante nipponico in Italia; poi al Sogo in Brera, dove impara l’arte del tempura, e alla Compagnia generale dei viaggiatori naviganti e sognatori, indirizzo di tendenza di fine anni ’90, dove perfeziona l’arte del taglio del pesce. A quel punto inizia anche la carriera imprenditoriale: apre una pizzeria, sempre a Milano, nel 1999; quindi il Mori Jungle Sushi in Franciacorta. Nel 2005 Xiaobo e Alessandra hanno inaugurato il loro Nishiki, ristorante giapponese di quartiere, tornando nel capoluogo lombardo, in corso Lodi. Recentemente l'hanno completamente rinnovato, per puntare più in alto: e in questo c'è già la dimensione di un'ascesa meritevole, fatta senza colpi di testa, passetto dopo passetto.

Il locale è molto bello. Nel ristrutturarlo si sono rivolti allo studio di architettura Naos Design di Milano, con le idee ben chiare: Nishiki avrebbe dovuto cambiare pelle, da ristorante orientale a luogo contemporaneo d'ispirazione internazionale, vestendosi di atmosfere retrò-vintage.

Chiave del progetto la scelta di un colore dalla memoria, il Pantone 19-4524 Shaded Spruce (tradotto in italiano come “bosco ombreggato” ): quello del Lago delle Fate, un piccolo lago ai piedi del Monte Rosa, dove Xiaobo ha trascorso giornate felici della sua infanzia e le cui acque smeraldine oggi ritroviamo, evocate, sulle superfici dei tavoli del ristorante. Il bosco ombreggiato nelle 5 sale sfuma poi nelle tonalità più calde del verde petrolio a quelle più fredde del turchese e del blu pavone.

Al centro il lungo bancone del sushi-bar dove va in scena la lavorazione dei crudi, dietro al quale una vetrata lascia intravedere la cucina in cui si preparano i caldi. Il banco del sushi prosegue poi lateralmente in un bancone-bar per la miscelazione dei cocktail. Il locale è grande, circa 90 coperti diciamo "standard", più altri 50 in 6 salette privé indipendenti in cui trascorrere serate speciali, serviti in tranquillità.

Bancone cocktail col bartender Joynul Islam

Bancone cocktail col bartender Joynul Islam

L’insegna del locale rimanda alle stampe a colori della cultura Ukyo-e e del “mondo fluttuante” che caratterizzava Edo (l’antica Tokyo) nel XVIII secolo: una cultura rappresentativa dei costumi degli abitanti della città e soprattutto dei loro piaceri. Così come il ristorante di Xiaobo Zhou vuole essere un luogo di piacere del gusto contemporaneo. E fluttuanti sono le onde di maglia metallica dell’istallazione luminosa color champagne che scendono dal soffitto, rievocando con i loro movimenti ondulatori l’effetto visivo e i giochi di luce di un’aurora boreale.

S'inizia con un cocktail (foto Tanio Liotta, come le seguenti)

S'inizia con un cocktail (foto Tanio Liotta, come le seguenti)

Nishiki Spoons

Nishiki Spoons

Millefoglie di tonno, besciamella, olio al tartufo e ikura

Millefoglie di tonno, besciamella, olio al tartufo e ikura

Black Cod in salsa miso

Black Cod in salsa miso

Fin qui il lato estetico. Su quello gastronomico, Nishiki è partito dal più classico repertorio di cucina giapponese per noi occidentali – sushi e sashimi, miso soup, rolls e maki – per poi addentrarsi in formulazioni più originali. Ci sono i Nishiki Spoons, assaggi presentati su cucchiai di ceramica per essere mangiati in un sol boccone: per chi scrive tartare di salmone, di tonno con wasabi fresco, di ricciola con salsa di rucola e semi di girasole, quindi ancora salmone ma con uova di quaglia e tartufo nero, branzino con gambero rosso di Mazara e Philadelphia... Prima, notevole il Carpaccio di ricciola in salsa ponzu, buona ma un po' "facile" la Millefoglie di tonno, besciamella, olio al tartufo e ikura. A seguire: Black Cod in salsa miso godurioso, Astice, gambero in tempura e avocado come vi aspettereste, Fashion Roll (ossia riso avvolto da un misto di pesce scottato) piacevole.

Fashion Roll

Fashion Roll

Nel complesso una buona cucina, con qualche ingenuità: ancora non ascende all'Olimpo delle proposte asiatiche in città, ma mostra la giusta ambizione. La strada è quella corretta, e al Nishiki già ora si sta bene.


Nishiki
corso Lodi 70, Milano
Tel. +39 02 87393828
nishiki.it
Aperto tutti i giorni a cena, a pranzo solo dal martedì al sabato


Carlo Mangio

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a cura di

Carlo Passera

classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera

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