27-03-2013

Il Vivaldi dei vini

Nel libro di Cinzia Benzi e Laura Di Cosimo, un viaggio attorno alla leggenda del Sauternes

La foto di Francesca Brambilla e Serena Serrani è

La foto di Francesca Brambilla e Serena Serrani è una delle prime ad apparire nel libro "Sauternes. Viaggio alla scoperta di un vino dolce leggendario" di Cinzia Benzi e Laura Di Cosimo, editore Gribaudo, 50 euro, prefazione di Alexandre de Lur Saluces. Il volume include anche le ricette di 16 grandi chef, da Massimo Bottura a René Redzepi

Non occorre che si sbrodolino battute e retorica per riassumere la grandezza del Sauternes. Basterebbe solo ritrascrivere qui un passaggio della prefazione del libro omonimo, pubblicato da poco da Gribaudo. L’ha scritta Alexandre de Lur Saluces, timoniere dell’inarrivabile Château d'Yquem: «È il Vivaldi dei vini, insieme al suo paradosso di un fruttato mai sciropposo, un vino dolce naturale controbilanciato da una freschezza che si chiama, poco poeticamente, acidità».

A consacrargli tempo, entusiasmo e interesse («grazie, care amiche», si rivolge a loro de Lur Saluces), la piemontese Cinzia Benzi e la romana Laura Di Cosimo, croniste del vino partite per un viaggio tra sedici châteaux di Sauternes e Barsac, «ognuno», raccontano nell’introduzione, «con un’impronta stilistica ben precisa». Un viaggio diventato «diario per un vino che quando matura non invecchia, ma si arricchisce».

La copertina del libro

La copertina del libro

L'itinerario parte dalle origini nebulose per schiarirsi a uno stadio fondamentale, il 1855, l’anno che registra la prima fondamentale classificazione, con la dicitura di Premier Cru Supérieur giunta a bollare proprio Château d'Yquem. Poi, lo slittamento necessario alle condizioni ambientali del fenomeno: territorio, profili geologici, clima. E i “vitigni eletti”: Sémillon, Sauvignon Blanc e Muscadelle, gli addendi della leggenda muffata, liquorosa.

Chiusi i preliminari - siglati da un singolare contributo sull’abbinamento tra Sauternes e sigari di Andrea Grignaffini – la parte centrale del libro, benedetta al via da Paolo Marchi, è tutta sul rapporto tra storia, stile e degustazioni di ciascuno dei 16 châteaux e la ricetta di un grande chef che utilizza il suddetto come ingrediente, sempre illustrata dal polso felice di Gianluca Biscalchin. È così che Yquem ha il suo epilogo complementare nel Croccantino di foie gras di Massimo Bottura, che lo Châteaux Climens si sublima nel Soufflè al cioccolato di Giovanni Santini, che Coutet trova la morte sua nel toast ai mirtilli selvatici di René Redzepi.

Cinzia Benzi, Laura Di Cosimo, Serena Serrani e Francesca Brambilla a Identità Milano 2013

Cinzia Benzi, Laura Di Cosimo, Serena Serrani e Francesca Brambilla a Identità Milano 2013

E ancora, Guiraud va nel merluzzo nero dei Costardi; Rieussec nella Lingua di polpo di Moreno Cedroni, Suduiraut con una “brioche” tutta particolare di Alex Atala; La Tour Blanche e Loretta Fanella, Châteaux d’Arche in un cremoso di Aurora Mazzucchelli; De Malle ed Enrico Bartolini; De Myrat e Alexandre Gauthier; Doisy Daëne e Lidia Bastianich; Doisy-Védrines e Mauro Colagreco; Nairac e Sat Bains; De Fargues e Italo Bassi e Riccardo Monco; Gilette e Niko Romito.

In chiusura, la cronaca di una straodinaria degustazione di annate storiche, a ritroso dal Clos Haut-Peyraguey 2007 al Château d’Yquem 1967 e un itinerario d’autore siglato da un pratico compendio di informazioni che ricapitola indirizzi e orari d’apertura delle maison. Per trastullarsi beati con la leggenda liquorosa.


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a cura di

Gabriele Zanatta

classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. 
instagram @gabrielezanatt

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