03-12-2017
Insalata di feta, arance e fichi caramellati, una delle ricette che compongono "Plenty More" di Yotam Ottolenghi (Bompiani/Giunti editore, 29,75 euro se acquistato online)
Incontrammo per la prima volta Yotam Assaf Ottolenghi a una masterclass del Sydney Food Festival, anno 2008. Gli astanti ascoltavano con curiosità ma anche un poco di diffidenza le parole scandite bene da quest’affascinante signore londinese-israeliano, con un poco di sangue italiano nelle vene. Era tutto preso a tessere le lodi della cucina dei vegetali ma con un punto di vista privo di pregiudizi o stereotipi: Ottolenghi, 50 anni tra pochi giorni, non è vegetariano. Ma sottolineava con energia la sua missione: spostare le verdure dal ruolo di contorno da sopportare a quello di primattore protagonista della tavola. Nell’ultimo decennio, la fama di Ottolenghi è esplosa. Con il socio Sami Tamimi, arabo-israeliano, conosciuto nel 1999 quando lavoravano entrambi da Baker and Spice, hanno aperto delicatessen a Londra, a Notting Hill, Spitalfieds e Belgravia; un ristorante a Islington e la brasserie Nopi a Soho. Ha curato a lungo la seguitissima rubrica The new vegetarian sul Guardian, preso parte a trasmissioni di cucina per la BBC e in Australia. E si è guadagnato un appellativo importante, confezionato dal London Evening Standard: «Yotam ha riscritto radicalmente il modo in cui i londinesi cucinano e mangiano».
Yotam Ottolenghi, israeliano, con il socio palestinese Sami Tamimi, cresciuto nella parte musulmana di Gerusalemme (foto Ottawacitizen)
La copertina dell'edizione italiana
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classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt