10-01-2018
Apre oggi il nuovo locale dello chef, il suo primo in Italia al di fuori di Modena. Nel menu piatti come "Taka bun" o "Risotto dove la foresta incontra il mare"
Dopo il vernissage di ieri (data obbligata: si inaugurava anche la 93esima edizione di Pitti Immagine Uomo e il rinnovato Museo Gucci) apre oggi al pubblico la Gucci Osteria, il nuovo ristorante di Massimo Bottura: prima volta dello chef modenese in luoghi d’Italia che non siano Modena.
Il locale, circa 25 coperti, si trova al piano terra del Gucci Garden, il “giardino delle delizie” che è l’esito della trasformazione, attraverso il tocco di Alessandro Michele, direttore creativo della maison, della sede museale nello storico Palazzo della Mercanzia, in piazza della Signoria. Diviso in tre ambienti, il piano terra ospita anche una boutique dov'è possibile acquistare oggetti unici o a tiratura limitata, creati solo per il Gucci Garden e ispirati alle collezioni della griffe nata nel 1921.
Un legame esplicitato anche nel menu, dove spicca – dedicato a quest’ultimo - il Taka bun, ossia bun (panini morbidi) cotti al vapore con pancia di maiale e salsa piccante. Tra le altre proposte, Caesar Salad in Emilia (ossia i sapori della classica Caesar Salad presentati in uno stile completamente nuovo), Tostada di palamita (palamita marinata con tostada messicana, profumato e citrico; la tostada è una tortilla appunto tostata), Hot dog di chianina, Emilia Burger, Tortellini in crema di Parmigiano reggiano….
«Viaggiando per il mondo – ha spiegato lo chef modenese - la nostra cucina interagisce con tutto quello che vediamo, sentiamo e gustiamo». Ma i suoi piatti saranno innanzi tutto un omaggio all’essenza della fiorentinità: «Il ristorante contribuirà a ricordare che Firenze è sempre stata un centro di scambi culturali, particolarmente durante il Rinascimento». A sottolineare questa idea, i versi di un canto carnascialesco del XV secolo di Lorenzo de’ Medici – la Canzona de’ sette pianeti – sono scritti in lettere dorate in alto sulle pareti della Gucci Osteria.
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A cura della redazione di Identità Golose