25-02-2014
Il Semifreddo al mandarino con granola di grano saraceno germogliato, fave di cacao e tè affumicato , uno dei 3 piatti presentato dalla cuoca vegana Daniela Cicioni a Identità Milano 2014, all'interno del format di Identità Naturali. Non viene utilizzata alcuna cottura (foto Brambilla-Serrani)
Quando 15 anni fa scoprii la cucina vegana, tali furono gli effetti benefici su di me che l’idea di poter mangiare lasagne e torte al cioccolato all’apparenza uguali alla loro versione originale costituì per me la riconciliazione tra gola e salute. Oggi sono arrivata alla conclusione che la cucina vegana non sia obbligata a inseguire sapori e forme già codificati per risultare invitante. L’intento è di esprimere le sue peculiarità gustative, estetiche, culturali e salutistiche attraverso l’elaborazione di un linguaggio specifico. Tale visione accoglie e rielabora il meglio delle culture e delle tradizioni da tutto il mondo. Una delle basi da cui sono partita è stata la cultura macrobiotica (che nel tempo ha fatto suoi alcuni principi della medicina tradizionale cinese e dell’ayurveda), di cui conservo il pensiero che il cibo costituisca il mezzo più diretto per raggiungere l’equilibrio tra l’individuo e il suo ambiente. Tale concetto è soggettivo e mutabile nel tempo. Gli alimenti sono scelti sulla base del loro profilo organolettico, nutrizionale (carboidrati, proteine, grassi) e energetico, non inteso come apporto calorico, ma come capacità di ogni ingrediente di creare nel fisico effetti diversi in relazione alla sua natura (legata alla forma, all’origine vegetale/animale, al luogo e al periodo di crescita, al colore, alla consistenza), ma anche allo stile di cottura o di non-cottura scelto.
Daniela Cicioni
Cucina sana, naturale e vegetariana
a cura di
Cuoca vegana con un passato di architetto del verde, per lei "materia vegetale viva in cucina significa esperienza totale dei sensi"