20-12-2011
Con la bella stagione, che in Sudafrica coincide con il nostro inverno, le famiglie si spingono in spiaggia e iniziano a grigliare. È il rito del braai (foto fine islandining)
Non siamo alle Hawaii, ma anche qui il Natale si festeggia per buona parte in spiaggia. L’occasione dà modo ai sudafricani di esprimere il meglio come popolo, attraverso l’amore per la vita all’aria aperta. Il braai (barbecue) è un’istituzione nazionale, senza esagerare uno dei capisaldi dell’organizzazione sociale sudafricana. In ogni casa lo 'spazio griglia' è sacrosanto e nel 99,9% dei casi, quando si viene invitati dai Sudafricani è proprio per un braai. Nel caso del Natale, il rituale si svolge per l’appunto outdoor, in spiaggia. La maggior parte delle zone balneabili sudafricane ha a disposizone braai collettivi, luoghi in cui la gente si apposta fin dalle prime ore del mattino per conquistare la posizione. Una volta colonizzata la zona, il rituale può cominciare. La cosa più stupefacente del braai ritual è la sospensione del tempo: si inizia a fare il fuoco alle 10 di mattina e forse per le 4 del pomeriggio un paio di salsicce sono state messe a cuocere. Nel frattempo il tempo passa con la gente che socializza, si dedica a sport di vario genere (surf, tuffi, tennis da spiaggia) e soprattutto, ingurgita grandi quantità di alcol. In effetti, sulle spiagge è ora vietato portare alcolici, ma basta una borsa frigo mimetica, un po' di attenzione e soprattutto un po' di contegno per riuscire a farla franca. L’attrezzatura outdoor dei sudafricani è davvero fenomenale: non manca nulla. Dalle enormi jeep esce di tutto: tavoli e sedie, tende per difendersi dal sole, cucine da campo in rinforzo ai braai pubblici, brandine per la siesta, attrezzi da cucina di tutti i generi, bombole di gas, cani e bambini in grandi quantità.
Biltong, carne secca molto popolare a Capetown e dintorni
Boerewors, spirali di salsicce che spopolano nei braai (foto birds of eden)
Il mondo della gola a Cape Town e dintorni raccontati da Giovanna Sartor
a cura di
Veneziana di nascita e milanese d'adozione, da gennaio 2010 si è trasferita a Città del Capo. Innamorata del Sudafrica, il suo sogno è produrvi prima o poi prosciutto San Daniele