Franco Cimini è un oste vecchio stampo, un po' mangiafuoco un po' venditore di mercato. Ti riceve in una casa calda e accogliente che profuma di campagna emiliana e di pranzi della domenica. Mobili vecchi, tovaglie stampate romagnole e un servizio familiare ma dal ritmo giusto.
Il menu è solido, molta Emilia nel piatto, di quella giusta. Il sacro rito della tradizione, di una cucina che parla il linguaggio di un saper fare artigiano, antico ed insieme modernissimo. Sapori antichi decisi e gagliardi, ma ricalibrati con digeribilità e piacevolezza moderne. Si inizia con un giro di salumi da urlo e a seguire i primi buonissimi: i Tortellini alla crema di latte sono spaziali, confortanti e rassicuranti, golosità allo stato puro. Poi la Lasagna all'antica, con la sfoglia rugosa gialla di uova e verde di ortiche, una bella tegola non per signorine in Prada, ma per morsi guasconi e ingordi, buonissima nel suo tono di bruciato da forno, casalingo e insieme modernissimo. La Tagliatella con il ragù di cortile, con quel tocco in più dell'uovo embrionale, che ne fa un gesto contemporaneo.
Per i secondi un'ode al quinto quarto in tutte le sue accezioni ed alla brace, soffiata disposta e lavorata li a vista direttamente da Franco. Le Animelle fritte sono un sogno, eleganti e gustose, il Fegato alla brace dalla cottura mirabolante e con quel tocco di alloro bruciato struggente, Poi le carni alla brace, buonissime, tutte di produzione diretta e certificata, cotte a vista sotto il vostro sguardo rapito. Sala d'affezione quella che animano Anna Caretti e il giovane Riccardo Cotti.
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si occupa da trent’anni di terzo settore. Espia i suoi peccati raccontando di donne, uomini e del loro lavoro. In cucina in particolar modo, perché far da mangiare è atto d’amore o non è. Nasce italiano e meridionale, nel secolo breve. Ma è pura fortuna, non merito. Ha una moglie paziente e tre figli spettacolari, perché è fortunatissimo