26-05-2015
Radici di ginseng accatastate a Noryangin, il più grande mercato di pesce e verdure di Seul. La cucina della megalopoli asiatica è al centro dell’attenzione mondiale per lo spazio che dedica da sempre al cibo fermentato. E per una generazione di giovani grandi cuochi che stanno ridefinendo la grammatica gastronomica del paese. Siamo andati a scoprirli (foto e fotogallery di Gabriele Zanatta)
Panoramica dal 32mo piano del Lotte Hotel di Seul. La capitale della Corea del Sud (che i locali pronunciano "sol"), con 10 milioni di abitanti (25 considerando tutta la proncia di Gyeonggi) è tra le città più popolose al mondo
Sfigurata nel Novecento dai Giapponesi (prima parte del secolo) e dalla guerra di Corea (1950-1953), oggi Seul ha un aspetto moderno, piuttosto occidentale
Con decine di milioni di turisti all'anno, Seul è tra le 10 città più visitate al mondo. Nella foto, una delle attrazioni più viste in città: il Dongdaemun Design Plaza, progettato da Zaha Adid e Samoo e completato nel marzo del 2014
A passeggio per il quartiere di Myeongdong, molto frequentato anche per l’alta concentrazione di ristoranti
Il viaggio era cominciato bene: tra le opzioni commestibili sui voli di Korean Air c’è proprio una squisita Bibimpap, con tanto di foglietto illustrativo
Bancarelle all’ingresso del mercato Namdaemun, tra i più popolari di Seul. Chiunque può andare e comprare; non occorrono licenze
L’affitto di una bancarella al Namdaemun costa circa 2.000 dollari americani al mese, ma consente un ricavo medio mensile di almeno il doppio
Cozze giganti, molto popolari sulle tavole coreane
I mercati sono sterminati, molto puliti e per nulla caotici
All’interno del mercato, c’è anche un ristorante molto spartano e molto buono. Serve di tutto: hoe (pesce crudo), kimchi (verdure fermentate), guk tang (zuppe), bibimpap…
Baek kimchi: cavolo stufato con rape bianche, pere, prezzemolo coreano. Talvolta è servito anche con le castagne
Scodella di Bibimbap
Uova di quaglia bollite, aglio e edamame
A chiusura del pasto, ecco una bella zuppa fumante (erano le 8 del mattino)
Zuppa di alghe e merluzzo
Mingles, sulla Cheongdam-dong nel quartiere di Gangnam-gu, è l’indirizzo più interessante di cucina coreana contemporanea. L’ha aperto poco più di un anno fa Mingoo Kang, tornato a casa dopo esperienze da Martin Berasategui e da Nobu Bahamas
Mingoo Kang propone un solo menu degustazione da 88.000 won (circa 70 euro). Ognuno dei piatti contiene sempre un elemento fermentato
Mingles esprime un approccio creativo fondato però sulle salse fermentate, pilastro della cucina coreana tradizionale: cho (aceto), gan-jang (salsa di soia), gochu-jang (pasta molto piccante di peperoni rossi, fagioli di soia bolliti e sale), doen-jang (pasta di fagioli di soia), erbe e spezie
Composizione iniziale di amuse bouche. Da sinistra a destra: Polpo, foglia di senape e pasta di aioli fermentata; Gelatina di bacche omija, zuppetta di asparagi bianchi, mirtilli e spuma di aceto nero e Pera arrotolata nella sogliola (salsa di gochu jang marinata nello yuzu), uva e peperoncino
Sandwich di fegato di rana pescatrice in sfoglia di miele su chip di funghi
Insalata di noodle di riso con senape coreana, spuma di tofu, alghe marinate, abalone e aragosta
Torchon di foie gras marinato nel doen jang (pasta di fagioli di soia), vino di prugne dorate corane e kimchi bianco
Branzino al vapore con calamari mignon brasati in cima e alga combu, brodo di alghe, granchio e kimchi bianco
Cracker di alghe e tapioca con polvere di tartufo, uova di salmone, melanzana e purea di mango
Noodle di umami (capelli d’angelo, pasta di alghe e inchiostro di seppia), brodo di pollo e pesce, spuma di lemongrass, ricci di mare, ostriche fritte e gambero
Per dessert, Crème brulee di jang tro, pican di gan-jang, gochu-jang, gelato alla vaniglia e spuma di whisky
La squadra del ristorante Mingles fa festa a fine cena coi colleghi dell’Osteria Francescana. Al centro, Massimo Bottura, presenza illustre del Seoul Gourmet Festival (leggi qui)
Al centro, Vivian Han, patron del ristorante Congdu, uno dei più quotati in città, il posto ideale esperire la doppia anima della cucina coreana, tra la tradizione e una avanguardia moderata. Con lei si riconoscono lo chef Hwan Eui Lee e Chris Kwon, regista di sala (foto David Rosengarten)
The bella veranda del ristorante Congdu, indirizzo 116-1 Deoksu Palace
Spalla di maiale Jeju cotta in bassa temperatura per 48 ore con gimchi invecchiato
Carpaccio di manzo con 3 tipi di salsa di soia stagionata, caviale e insalata di fiori
Il cocktail più noto del Congdu: makgeolli di fagioli neri e ginseng rosso invecchiato 6 anni
AND dining, il ristorante di Jinmo Jang, si trova sulla Hannam-dong, quartiere di Yongsan-gu, quartiere vivace ad alto tasso hispter nella periferia meridionale della città. Si accede al ristorante di fine dining da una porticina, dopo aver passato una caffetteria da colazione
E’ un bancone di soli 8 coperti in tutto, con 3 persone in cucina. Solo menu degustazione da 130.000 won (105 euro circa)
Jinmo Jang, 30 anni, e il suo sous chef ByeongCheol Mun, 21 anni. La cucina di AND parte da una base coreana ma poi spazia in tutto il mondo, con richiami alla Nordic Cuisine e ampie parentesi anche al tecno-emozionale di stampo spagnolo (sifoni, maltodestrine, eccetera)
Amuse bouche: Minisandwich di mela e formaggio di capra, croquette alla carota e arancio, latte di tigre e tuorlo d’uovo al tartufo. Sotto, tartufo al cioccolato e gochujang
Tartare di capasanta con latte di ricci di mare e neve
Sea ("mare"): sabbia edibile di aringhe affumicate, alghe, olio di fagioli fermentati con maltodestrina di tapioca. Il tutto è servito con gamberi al vapore, lumache di mare, vongole, ostriche feremntate e tunicata
Abalone e uova di triglia disidratate
Anatra su salsa di bietole
Peperoncini all’ingresso del Noryangin, l'altro monumentale mercato della città (con wi-fi pubblico)
Tunicata (sea squirt in inglese), mollusco molto popolare in Corea: tolto l’involucro gommoso, si preleva il contenuto e si frigge
Enorme la varietà di granchi coreani, buonissimi se fermentati nella salsa di soia (Gankang-gejang)
Prawns in fila
Granchi reali
Echiurodei (spoon worms in inglese), altro mollusco diffuso
Gianchetti essiccati. Nessun posto al mondo vanta una varietà così sterminata di pesce essiccato
Variazioni di peperoni rossi fermentati, un vero simbolo della cucina coreana
Sullo sfondo, le preziose anguille. Il pezzo più pregiato del mercato? Gli abaloni: 35 euro al chilo
Torniamo all’aperto del Noryangin per scoprire radici di ogni ordine e grado, molto utilizzate per le infusioni
Daikon fermentato nella salsa di soia
Il frutto interno del cactus. Ci ricavano dei succhi
Gim, le splendide alghe coreane, disidratate e spesso condite con sesamo. «La nostre sono le migliori», si vantano
Carne di cane, la parte più controversa della cucina coreana. È un’usanza ora molto meno diffusa di un tempo, quando la povertà costringeva a introdurre i 4 zampe nella dieta. I cani preferiti sono i nureongi (razza gialla). Li mettono a bollire per un paio d’ore e li accompagnano con aglio, cipolla verde e talvolta del ginger. La carne è molto saporita, dicono
La grandi salse base della cucina coreana
Meloni coreani, molto saporiti
Una bancarella d’aglio, altro ingrediente simbolo della cucina coreana
Le monache del monastero di Jingwansa, autrici di una cucina incredibilmente attuale. Ne abbiamo scritto qui
Fermentazione, tutti ne parlano. Si sono accorti che esiste un lato B della cucina espressa. Che le materie prime scaldate appena dopo essere state colte o pescate non sono per forza più buone di quelle messe a riposare per mesi (o anni) a contatto col "fuoco freddo" dei batteri (brillante definizione dello scrittore americano Michael Pollan). Un istinto eterno che ora è oggetto di riflessioni che vanno oltre il significato iniziale della tecnica, nata per prolungare la longevità di un certo alimento in climi rigidi o carestia.
In occidente, è vero, fermentiamo da sempre formaggi, salumi, vino, birra, crauti. È da secoli che stiamo attenti a non varcare quella linea che divide il fermentato dal marcio o dal putrefatto. Ma ora siamo più affascinati da tutti quegli aspetti che incrementano la deliciousness (=umami) di un alimento fermentato perchè in tanti casi, alterandolo, è reso più buono e appetibile.
GUIDE. Le nostre guide d’eccezione tra i mercati di Seul: Mingoo Kang (chef del ristorante Mingles) e Jinmo Jang (ristorante And), 60 anni in due In questo senso, nessuno vanta una tradizione più forte dell’Asia e, in particolare, della Corea. A Seul ogni famiglia tiene in casa due frigoriferi: uno normale e uno di prodotti fermentati. Il secondo ha temperature inferiori al primo e va aperto il meno possibile. I coreani fermentano da sempre e fermentano tutto: pesce, carne, verdure. Un’ossessione su cui abbiamo cercato di indagare. Per qualcuno è un gesto di autoconsolazione identitaria, una reazione all’assedio millenario dei mai amati vicini cinesi e giapponesi: il nostro cibo basta e avanza. E se mai dovessimo avere carestie o inverni rigidi, faremo da soli.
GUIDE. Le nostre guide d’eccezione tra i mercati di Seul: Mingoo Kang (chef del ristorante Mingles) e Jinmo Jang (ristorante And), 60 anni in due
C'è orgoglio, dunque, nella generazione delle grandi salse fermentate, i veri pilastri della cucina coreana: gan-jang (salsa di soia), gochu-jang (pasta molto piccante di peperoni rossi, fagioli di soia bolliti e sale), doen-jang (pasta di fagioli di soia), erbe e spezie. Un mondo complesso che non è possibile esaurire in una settimana di viaggio. Così come occorrerebbe una vita intera per riferire di tutti i kimchi, le verdure fermentate, il simbolo più noto del paese all’estero. Nelle 8 regioni della Sud-Corea lo fanno in un migliaio di modi diversi. Il più popolare (Geot-jeori) fa fermentare cavoli o lattughe in gan-jang, gochu-jang e olio di semi di sesamo.
BIBIMBAP. La bibimbap dello chef Mingoo Kang, il piatto nazionale del paese: riso con carne di manzo saltata e una combinazione variabile di verdure di contorno. Si aggiunge spesso la salsa gochu-jang, salsa di peperoni rossi fermentati con fagioli di soia e sale. La versione di Mingoo prevede anche del granchio Ma non è che una porzione di un mondo che prevede infinite categorie commestibili ignote ai più come myeon (noodle e dumpling), bap (piatti a base di riso bollito ma anche orzo o fagioli), guk tang (zuppe di pesce, carne, frutti di mare, alghe o verdure), jjigae (stufati), jjim (brasati), bokkeum (stir-fried), hoe (pesce crudo, il sashimi coreano), banchan (contorni), tteok (torte di riso) e tanto altro.
BIBIMBAP. La bibimbap dello chef Mingoo Kang, il piatto nazionale del paese: riso con carne di manzo saltata e una combinazione variabile di verdure di contorno. Si aggiunge spesso la salsa gochu-jang, salsa di peperoni rossi fermentati con fagioli di soia e sale. La versione di Mingoo prevede anche del granchio
Per non parlare della galassia delle bevande, dall’ubiquo makgeolli, riso fermentato, ai vari nockha (tè verde), maesil-cha (tè ricavato dallo sciroppo di prugna verde), sujeonggwa (zenzero fresco e cannella), sikhye (riso fermentato nel malto). Tutte fascinazioni che abbiamo raccolto nella fotogallery che trovate in cima all'articolo. Un viaggio tra mercati ricchissimi e ordinati, tra insegne e protagonisti di cucina tradizionale e non solo. Bontà che assegnano un grande fermento anche alle altre cucine del mondo.
Il punto di Gabriele Zanatta: insegne, cuochi e ghiotti orientamenti in Italia e nel mondo
a cura di
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt